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Dispositivo per Intervento di Ricostruzione di un Legamento Crociato

Fase brevettuale
ESTERO
Usa, Cina, Europa
Titolarità

100% IOR

Numero di priorità
102019000007665

Contatti

Descrizione

INTRODUZIONE

Nella chirurgia ortopedica di ricostruzione dei legamenti crociati si ricorre, in generale, a tecniche che prevedono l’impianto di un nuovo legamento -realizzato tramite prelievo di tendini autologhi, oppure mediante utilizzo di tendini da donatore, anche cadavere-, a sostituzione di quello nativo, e l'instradamento di esso in un canale realizzato artificialmente tramite foratura ossea della tibia. Tale canale sfocia nell’inserzione del legamento crociato anteriore nativo, quindi il legamento sostitutivo viene fissato a un’estremità alla tibia, instradato attraverso il canale, e in ultimo fissato al femore. Il fissaggio delle estremità del legamento sostitutivo avviene tramite elementi terminali, boccole, o punti metallici, che penetrano nelle ossa, fissando ad essa un’estremità del legamento sostitutivo.

Immagine ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore

Uno dei problemi connaturati a queste tecniche chirurgiche è la ricostruzione esclusivamente funzionale del legamento nativo, ossia una ricostruzione non estesa anche al ripristino accurato dell’anatomia. Il mero instradamento del legamento sostitutivo nel canale ricavato per foratura della tibia, infatti, non realizza alcuna riproduzione dell’inserzione anatomica del legamento nativo, lasciando oltretutto il legamento sostitutivo esposto all’interazione con pareti ed estremità del canale, condizione diversa di quella che si ritrova in corrispondenza dell’inserzione del legamento nativo.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Immagine brevetto "Dispositivo per Intervento di Ricostruzione di un Legamento Crociato"Lo scopo dell'invenzione è quello di fornire un dispositivo per un intervento chirurgico di ricostruzione di un legamento crociato che consenta di procedere anche a una ricostruzione anatomica del legamento stesso, in particolare dell’inserzione del legamento nativo.

Tale scopo è raggiunto da un dispositivo formato da due componenti principali: un penetratore e un manicotto.

Il penetratore, costituito di materiale osteointegrabile, è studiato per essere introdotto all’interno del piatto tibiale, nella posizione intercondiloidea corrispondente alla naturale inserzione del legamento crociato ed ha la doppia funzione di ricevere il nuovo legamento sostitutivo e di ancorarsi stabilmente all’estremità prossimale della tibia, anche favorendo processi biologici di osteointegrazione che ne garantiscono un fissaggio fisiologico e duraturo all’osso.

Il manicotto è accoppiato al penetratore e definisce un secondo lume di passaggio del nuovo legamento. Tale elemento, costituito di collagene reticolato, avvolge il nuovo legamento, e lo accompagna, proteggendolo, in una zona tipicamente critica, soprattutto nelle prime settimane, quella fra piatto tibiale e femore distale, in cui il tendine viene costretto dalle pareti del canale articolare. Inoltre, nel tempo, l’elemento di collageno, integrandosi con l’intorno biologico dell’articolazione, favorisce l’inserzione fisiologica del nuovo legamento nel piatto tibiale.

In sintesi, il nuovo dispositivo è studiato per favorire l’integrazione biologica fra il nuovo legamento ed il piatto tibiale, sostenendo, a distanza dall’intervento di ricostruzione, il ripristino di condizioni e proprietà il più simile possibili a quelle dell’inserzione nativa.

VANTAGGI

•    Protezione del nuovo legamento durante le prime settimane successive alla ricostruzione chirurgica, momento critico per il successo dell'intervento;
•    Elevata stabilità dell'inserzione del legamento, in quanto intimamente fissato all'interno della tibia;
•    Interamente realizzabile con manifattura digitale additiva;
•    Ricostruzione più fisiologica ed anatomica dell'inserzione del legamento nel piatto tibiale.

APPLICAZIONI

•    Ricostruzione fisiologica del legamento crociato;
•    Possibilità di studio di nuovi biomateriali integrabili nell'articolazione;
•    Possibilità di usare cellule, o concentrati cellulari, per sospingere l'integrazione biologica.

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